Rivoluzionario russo. Dopo avere combattuto contro Napoleone dal 1812 al
1814, ritornò in Russia, facendosi assertore delle idee liberali, contro
lo zarismo. Nel 1817 aderì alla società segreta Sojuz Spasenija
(Unione della salvezza) e nel 1821 fondò, a Vjatka, la Società
Meridionale, a cui aderì il gruppo più radicale dei militari e
aristocratici che promossero la rivolta decabrista del dicembre 1824. Egli
espresse idee molto più avanzate rispetto a quelle dei decabristi del
Nord, capeggiati da N. Muravëv. Chiedeva infatti l'emancipazione dei servi
e l'attribuzione ad essi della metà delle terre russe (l'altra
metà avrebbe dovuto essere di proprietà dello Stato e data in
affitto a imprenditori agricoli progressisti), il suffragio universale maschile
e l'instaurazione di una Repubblica democratica centralizzata. Arrestato dopo la
fallita rivolta decabrista, fu processato e condannato a morte per impiccagione.
Lasciò lo scritto
Il diritto russo (1824), in cui raccolse le sue
idee politiche e sociali (Mosca 1793 - San Pietroburgo 1826).